La Sardegna nuova frontiera


di Erminia Magli

 

(winetelegraph) Nel panorama enologico italiano, assai vasto, c’è una regione che possiamo definirla la nuova frontiera del vino, la Sardegna. L’isola, al contrario della Sicilia è sempre stata snobbata sia dalla critica che dai consumatori se non per il Vermentino. Qui ci sono 26000 ettari vitati per una produzione di 638000 ettolitri con 1 DOCG, 17 Doc e 15 IGT. Questa regione però non si ferma solo in Gallura ma tutta l’isola possiede una ricchezza enologica tutta da scoprire con una potenzialità enorme ma sopratutto con una sua identità ben chiara, vini forti e di carattere con grande eleganza e che rispettano perfettamente il “terroir” tanto da far anche incuriosire i francesi.

La Sardegna la si conosce sopratutto dal punto di vista caseario, con i loro pecorini fantastici e la carne di pecora che solo in questi luoghi viene trattata come in nessuna altra parte del continente, ma il vino sta crescendo grazie sopratutto ai produttori che stanno rivalutando e riscoprendo tutti i vitigni autoctoni che sono decine e decine trattandoli con maestria, grazie ad enologi ed agronomi preparatissimi che sanno come lavorare le uve. I vitigni più famosi come il Carignano del Sulcis, il Monica, il Cannonau o il Bovale sono solo alcuni dei vini che stanno avendo un clamoroso successo sopratutto all’estero e questo ha convinto anche molti imprenditori del nord Italia ad investire capitali nelle Aziende lasciando la lavorazione delle uve a chi le conosce da decenni ed addirittura da cento anni rendendo i vini della Sardegna unici e clamorosamente competitivi con i mercati mondiali.

Senza alcuna volontà, ma semplicemente dovuto alle caratteristiche del terreno la Sardegna ha dei confini enologici ben precisi, in Gallura si produce principalmente Vermentino, unica DOCG, il Bovale nella parte ovest con la Doc Mandrolisai insieme alla Vernaccia di Oristano, il Cannonau in provincia di Nuoro verso la parte est dell’Isola, su questo vitigno bisogna ricordare la discendenza dalla Grenache coltivata in Francia con provenienza proprio dalla Sardegna. Come si può notare queste semplici divisioni la rendono molto simili alla Francia, dove ogni zona viene coltivata con le sue vigne e vitigni. La qualità ancora non raggiunge i produttori d’oltralpe ma li ha sicuramente incuriositi.

Il vero problema dei vini sardi è forse la mancata conoscenza nel resto dell’Italia che riconosce quasi soltanto il Vermentino ma in questi luoghi c’è molto altro, c’è passione e amore per la terra, c’è rispetto per l’ambiente e professionalità nel lavorare le uve per generare vini fantastici ed unici, manca solo un ultimo passo verso il Continente, la distribuzione, questa è un pò deficitaria, bisogna entrare nel mercato con più decisione e qualche rischio per far apprezzare vini come il Carignano del Sulcis o il Bovale o la Vernaccia. Speriamo in uno scatto definitivo per la vera consacrazione.

 

e.magli@winetelegraph.com