53° edizione di Vinitaly


di Erminia Magli

 

(winetelegraph) A Verona si è appena concluso la 53° edizione del  Vinitaly, la più grande rassegna italiana e tra le prime tre in Europa che ha come tema il vino. Il salone enologico veronese ha aperto i battenti per quattro giorni ospitando 125000 visitatori provenienti da 145 nazioni incrementando del 3% il numero di buyers. Le aziende espositrici sono state 4600 ben 130 in più rispetto al 2018. Risultati sorprendenti per il Vinitaly e per Veronafiere che ospita come ogni anno la manifestazione che si estende su una superficie di 100000 metri quadri. Fuori fiera si è svolto anche in Vinitaly and the City, evento che ha coperto tutta la città di Verona e non solo, dedicato ai wine-lovers che hanno affollato gli stand con un’altro record, ben 80000 persone si sono accalcate presso i punti di degustazione con un incremento di ben 20000 persone rispetto allo scorso anno.

Queste sono le cifre di una manifestazione, ormai ultra consolidata, che apre le sue porte all’Europa vinicola che ci guarda ormai non solo con un certo interesse ma anche con una certa invidia per il modo in cui sappiamo organizzare le cose. I buyers arrivati da tutto il Mondo ed in particolare modo da USA, Germania, Gran Bretagna, Canada e Giappone hanno chiuso parecchi affari, buoni per la nostra economia e per i nostri produttori che meritano davvero di essere premiati per la loro bravura e spirito di sacrificio considerando anche i mutamenti del clima in atto in tutto il pianeta.

Girando per gli stand nei quattro giorni di fiera e degustando vino dalla Val d’Aosta alla Sicilia abbiamo constatato una buona crescita qualitativa del vino italiano, sopratutto nei vini fermi dove oltre la tecnica abbiamo affinato anche il lavoro in vigna, producendo vini di grande qualità che purtroppo non fanno il paio con le vendite estere, dove il mercato sembra abbia un pò rallentato il traino se non per le bollicine dove il Prosecco continua la sua inarrestabile marcia. Ci piace però notare che molti produttori cominciano a vendere più del 50% dei loro prodotti nel mercato interno, a significare che gli italiani cominciano non solo ad apprezzare il nostro vino ma cominciano ad apprezzare che bere bene è forse la soluzione migliore per godere anche del buon cibo che in tavola non manca mai. Questo lo abbiamo notato non solo nei ristoranti ma anche nel Vinitaly and the City dove tanti ragazzi invece i bere indiscriminatamente, degustano con grande passione il vino servito a volte anche commentando ciò che si beveva, questo è solo un piccolo passo, speriamo, verso una nuova educazione enologica. La speranza è di poter raccontare al prossimo Vinitaly, che si terrà dal 19 al 22 aprile del 2020, di un’economia in rialzo per i vini fermi e con tanta gente giovane e non solo a degustare in giro per la città del buon vino in grande allegria, apprezzando ciò che in Italia sappiamo fare meglio e con grande dignità da parte di produttori a volte eroici un pò come il Vinitaly che ha sempre creduto in questo.