Bollicine e gli altri


di Erminia Magli
(The Wine Telegraph) La domanda che spesso ricorre nelle nostre riflessioni enologiche è, come sta andando il mercato del vino? La domanda è assolutamente pertinente e la risposta purtroppo non è poi così scontata.  A mantenere alto il fatturato italiano del vino sono senza ombra di dubbio le bollicine e secondo Giampiero Comolli dell’OVSE (Osservatorio economico vini effervescenti spumanti italiani) i dati lo dimostrano chiaramente. Nel 2018 in tutto il Mondo sono state vendute 494,9 milioni di bottiglie in totale, distribuite in 124 paesi e l’80% di queste sono bollicine di Prosecco, comprese Asolo e Cartizze. Il prezzo medio in cantina è di 3,25 euro per un totale di 1,4 miliardi in valore e 1,95 miliardi con spedizione all’estero, generando un fatturato totale di 4,85 miliardi di euro, un’enormità per il nostro mercato enologico ma non per il mercato europeo, principale fonte di produzione di bollicine, infatti in Francia lo Champagne fattura circa il doppio e questo deve essere fonte di grandi riflessioni. Sul fronte del Prosecco è opinione generale che non sia un vino di grande struttura ma sicuramente di facile bevibilità con un grande appeal nel mondo giovanile e all’estero rappresenta una grande novità proprio per la sua facilità e godibilità al gusto, ma come in tutte le mode queste sono destinate a passare. Certo il prezzo medio di una bottiglia fa assolutamente gola al consumatore e non solo quello italiano ma addirittura attraverso il pubblico francese che malgrado il suo sciovinismo conclamato, comincia ad apprezzare i nostri spumanti di uva Glera. Quindi il pericolo vero è il passaggio ad una nuova moda enologica che soppianterebbe un’economia dominante ad una poco florida come quella che attraversa il vino fermo dove non riesce neanche a rincorrere lontanamente i nostri spumanti. Dispiace che l’apprezzamento per altre bollicine venga meno, parliamo del Franciacorta, Trento Doc, Alta Langa e altre spumantizazzioni prodotte in varie zone d’Italia che sono di assoluto livello. Ci sono alcuni spumanti italiani che nulla hanno da invidiare alle bollicine francesi ma che escono sul mercato con prezzi molto più abbordabili.
Speriamo che i produttori italiani ed i governanti non si adagino troppo su un’economia legata ad un solo prodotto ma bisogna spostare le attenzioni anche e sopratutto ad altre realtà vinicole del nostro paese che ricordiamo, unico al Mondo a vantare più di 600 specie autoctone. e.magli@winetelegraph.com