Abbinare musica e vino? ci pensa il “sound sommelier”


di Erminia Eleonora Magli

(The Wine Telegraph) Sempre più spesso vengono promossi eventi in cui musica e vino si incontrano al fine di promuovere una stimolazione globale dei sensi, perchè dunque non fare di questo abbinamento uno stile di vita e una professione capace di accompagnarci quotidianamente in un percorso di armonia di sapori, colori, profumi e suoni?

Il vino si può anche “sentire”, ne è convinto Paolo Scarpellini fautore della nuova professione di “sound sommelier”: questa nuova figura studia il miglior abbinamento possibile tra un vino e una composizione musicale partendo dal vino e studiandone caratteristiche organolettiche, terroir, vitigno, invecchiamento, tipicità, colore, aromi, morbidezza, intensità, persistenza, acidità, tannini, grado alcolico, armonia. Una volta completata l’analisi il sound sommelier ricerca nel proprio database sonoro il tipo di musica che si possa meglio abbinare in base a ritmo, spettro sonoro (strumentale o vocale), tipo di struttura e tessitura (orchestra, complesso o solista) e per finire la tipicità (musica del territorio o meno).

Scarpellini, insieme al produttore Albino Armani come lui sostenitore convinto del profondo legame tra vino e musica,  ne parlerà con altri relatori al convegno ‘300% Wine Experience’, organizzato da Ais Veneto domenica 12 marzo presso Villa Emo di Fanzolo di Vedelago (TV).

Armani nella sua cantina di Marano ha impostato un percorso musicale basato sul contesto ambientale: nei sotterranei scavati nella roccia vulcanica la musicalità di Amand Amar, nella sala degustazione un sottofondo di Chet Baker; nello stagno in mezzo al verde qualche nota classica oppure Dino Saluzzi.