Vinitaly 2018: outlook sui mercati mondiali di vino


Verona, 13 marzo 2018 – «I dati definitivi sul nostro export di vino nel 2017 rilasciati oggi da Istat ci restituiscono
un’Italia superpotenza enologica, ma il nuovo record commerciale (+6,2% a/a, 5,9 miliardi di euro) non rende
ancora giustizia alla grande qualità delle nostre produzioni. Cresciamo più nella qualità in vigna e in cantina
che nel valore sui mercati. Per questo al prossimo Vinitaly ci concentreremo su uno studio Vinitaly-Nomisma
Wine Monitor sui trend a 5 anni dei top buyer mondiali di vino e su un approfondimento dedicato agli Usa». Lo
ha detto, a commento dei dati sulle esportazioni vinicole italiane nel 2017 pubblicati oggi da Istat, il direttore
generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. «Il nostro export – ha concluso Mantovani – rimane
pericolosamente ancorato sui primi tre Paesi di sbocco (Stati Uniti, Germania e Regno Unito) dove si registra un
indice di concentrazione delle nostre vendite del 53,4%, molto più di Francia e Spagna che allo stesso indice si
fermano rispettivamente al 38,5% e 35,2%».
Secondo le elaborazioni di Vinitaly-Nomisma su base dati ufficiali dei diversi Paesi produttori, l’anno scorso si
è chiuso con un nuovo record in valore dell’export mondiale di vino – oltre 31 miliardi di euro – con i principali
player in grande crescita. Nella classifica per performance, vince l’Australia (+15,1% per un controvalore di 1,8
miliardi di euro), seguita dalla Francia (+9,9%, 9,1 miliardi di euro), dalla Spagna (+6,5%, 2,8 miliardi di euro),
dal Cile (+6,3%, 1,8 miliardi) e dall’Italia (+6,2%, 5,9 miliardi di euro). L’Italia tiene bene con gli sparkling
(+13,6%, 1,4 miliardi di euro), vero traino della domanda mondiale anche nel 2017, mentre cresce meno sui
fermi imbottigliati (+4,4%, 4,2 miliardi euro).
Se gli Stati Uniti si confermano il principale mercato della domanda mondiale e in particolare per Francia
(+14,3% a 1,6 miliardi di euro) e Italia (+3,6% a 1,4 miliardi di euro), volano i partner asiatici e rallentano quelli
europei. E nell’Ue si colloca oltre il 50% (3 miliardi di euro) del totale del commercio italiano di vino nel mondo:
un’incidenza più alta rispetto alla Francia che vende nel Vecchio Continente il 41% del suo prodotto. Nella
geografia delle esportazioni dei 2 Paesi leader, la Francia accelera ancora in Asia – che rappresenta ormai il 27%
delle vendite globali transalpine (a 2,45 miliardi di euro) – mentre per l’Italia la stessa area vale il 7% dell’export,
a 419 milioni di euro.
A Veronafiere, la 52ª edizione di Vinitaly (15-18 aprile), in media 128mila operatori, con buyer esteri
provenienti da oltre 140 Paesi. In crescita, del 25%, lo spazio riservato all’esposizione internazionale che da
quest’anno diventa International Wine Hall.