Vinitaly 2019 Presentazione


di Erminia Magli

(The Wine Telegraph) Finalmente ci siamo, sta per iniziare Vinitaly 2019, giunto alla 53° edizione. La presentazione è avvenuta ieri alla presenza del Direttore Generale Maurizio Danese e del Presidente di Veronafiere Giovanni Mantovani. La rassegna, tra le più importanti al Mondo, si svolgerà a Verona presso la struttura di Veronafiere dal 7 al 10 aprile, mentre Vinitaly and the City dal 5 al 8 aprile, manifestazione aperta ai wine-lover in giro per le piazze più importanti della città.

Le novità di quest’anno, possiamo dire che sono sotto il cofano, rimangono inalterati i 100000 metri quadri a disposizione degli stand di tutte le regioni italiane e di 35 Paesi provenienti da tutto il Mondo. Le aziende presenti saranno 4600 con oltre 16000 etichette, tra questi ci saranno 130 nuovi produttori presenti per la prima volta. Questa edizione sarà un pochino più digital, con l’app Vinitaly che avrà il supporto della geolocalizzazione, ovvero il buyer, il giornalista o il produttore avrà sempre la certezza di sapere dove si trova e avere la possibilità di farsi guidare nel padiglione e stand da lui prescelto, inoltre l’intera fiera sarà munita di coperture lungo i viali, al riparo da pioggia, sole e vento. Per gli addetti ai lavori, la rete wi-fi sarà capillare e più potente. Inoltre ci sarà l’ampliamento da tre a nove lingue a supporto dei buyers e produttori provenienti da 140 Paesi che avranno anche il supporto della Guida Vinitaly dove

troveranno caratteristiche, cifre e news su tutte le aziende presenti. Da segnalare la crescita del padiglione internazionale con una presenza più numerosa di aziende francesi.

Adesso bisogna solo capire quale sarà il volume di affari generato da questi quattro giorni di fiera, vedere se il vino italiano riesce ad uscire dal torpore in cui è caduto in questi ultimi due anni, con cifre sull’export poco rassicuranti, sopratutto per i vini fermi, dove soffriamo una piccola crisi ed una bella rimonta dei paesi emergenti come Cile ed Australia, considerando anche la Spagna che produce tantissimo ma non ha ancora affinato la qualità. La parte sana del nostro vino sono le bollicine che trainate dal Prosecco spopolano in tutto il Mondo ed ora anche il Giappone che grazie anche al nuovo accordo sul libero scambio, comincia a far crescere il nostro fatturato. Male la Cina dove c’è stata una netta contrazione del 2% circa mentre i francesi la fanno da padroni, speriamo solo nel nuovo accordo sulla Via della Seta raggiunto in questi giorni dal Governo italiano. A proposito di istituzioni, ci è sembrata molto grave l’assenza del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, fatto mai avvenuto nelle passate conferenze stampa di presentazione. Il Ministro poteva e doveva dare delle risposte a tutto il comparto enologico e fare il punto per il futuro e non presentarsi in fiera per fare passerella davanti alle telecamere come faranno altri politici lasciando da soli tutti i produttori, ameno quelli medio piccoli che hanno assoluto bisogno di sicurezze e spinte verso l’alto per dare di nuovo il via al volano del fatturato che in questo momento non sorride affatto.

Buon Vinitaly a tutti, ma proprio tutti.

e.magli@winetelegraph.com