Vino e Matrimoni Gay


di Erminia Eleonora Magli

(The Wine Telegraph) Ultimamente si parla molto dei matrimoni gay, sia in Europa che negli Stati Uniti. In California alcuni produttori hanno intrapreso una iniziativa, produrre del vino con una etichetta particolare e per ogni bottiglia venduta un dollaro viene donato ad associazioni che sostengono i matrimoni gay.

Un imprenditore di Chicago, Matt Oro e il produttore Josh Stein di Stein Family Wines producono un vino con un blend di cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, malbec, and petit verdot, costo 25 dollari chiamato Same Sex Meritage.

Oro e Stein vedono la loro partnership commerciale come un modo per fare il vino e per portare soldi utili per l’associazione a sostegno dei matrimoni gay. “Tutti dovrebbero avere il diritto di sposarsi. Tutti dovrebbero avere gli stessi diritti di chiunque altro”, dice Oro

L’etichetta Egalitè è invece un vino frizzante proveniente dalla Borgogna in Francia, fatto con uve di pinot noir, chardonnay, gamay, and aligote costo 20 dollari. Da gennaio ad oggi ha raccolto circa 15 mila dollari attraverso una promozione su facebook,, il denaro è andato ad una organizzazione no-profit. Così come nella Napa Valley viene prodotto un Pinot Noir con uve consegnate dalla Oregon Willamette Valley e l’1 per cento delle vendite viene donato al LBGTQ Progetto Napa.

E anche se sull’etichetta non è posto un messaggio specifico, Barefoot Wine & Bubbly sostiene i diritti per i matrimoni  gay da 25 anni, donando ai centri LGBT locali e di altre organizzazioni, investendo in eventi Pride Week, anche mettendo una torta nuziale gonfiabile davanti al San Francisco City Hall per mostrare il sostegno per le unioni gay.

Insomma negli Stati Uniti il vino viene anche usato come mezzo per raggiungere traguardi sociali che il governo ancora non riesce a varare, anche se ora qualcosa si comincia a muovere. Il vino prodotto non vuole poi essere solo una trovata di marketing. I produttori puntano anche alla qualità altrimenti i consumatori lo comprano una volta e poi guardano altrove e il sostegno alla causa verrebbe a mancare.

L’iniziativa oltre ad essere lodevole, mostra una grande intelligenza perché dove non arrivano le istituzioni ci arrivano i cittadini comuni, il produttore rinuncia ad una somma modesta, il consumatore compra del buon vino e in più sostiene una causa che ritiene importante per i diritti civili.

Forse dovremmo imparare un po’ da loro, in fin dei conti un solo euro non è una cifra eccessiva se questo può aiutare l’emancipazione e il consumo del vino.