Come sarà la vendemmia 2024


di Erminia Magli

(winetelegraph) Come ogni anno, al ritorno dalle ferie, la prima domanda che ci poniamo è: come sta andando la vendemmia? Quest’anno le problematiche sono diverse. Probabilmente la quantità globale sarà un po’ più alta rispetto allo scorso anno, ma inferiore rispetto agli ultimi cinque anni. Il cambiamento climatico è la principale preoccupazione per i produttori: grandine, gelate e piogge hanno colpito il nord, causando malattie come la peronospora, che ha quasi azzerato la produzione di Timorasso in Piemonte. Al contrario, il caldo estremo e la siccità hanno ridotto la produzione al sud, con grappoli composti da acini piccoli, portando a una minore quantità di ettolitri.

Produrre meno vino in Italia non è una tragedia, considerando l’enorme quantità di ettolitri in giacenza nelle cantine. L’importante è produrre vini di alta qualità, e questa sembra essere la caratteristica principale di quest’annata.

Tuttavia, un problema che preoccupa i produttori è il basso consumo di vino rosso. Questo ha portato molte aziende a vinificare in bianco o rosato alcune varietà di uve a bacca rossa, come il Pinot Nero per la spumantizzazione, che ha visto un aumento del 5%, o la Barbera, che si presta bene alla vinificazione in bianco. Anche i vini rosati hanno registrato un aumento significativo nei consumi.

È difficile dire quale sia la causa di questa tendenza culturale lontana dai vini rossi, soprattutto quelli di grande struttura.
Sicuramente, l’aumento dei prezzi è un fattore importante, ma anche la leggerezza e la versatilità dei vini bianchi e degli spumanti, spesso utilizzati nel mixology, stanno guadagnando popolarità.

Questo allontanamento dei consumatori dal vino, in particolare dai rossi, è il risultato di molti errori di gestione da parte delle istituzioni. La mancanza di una pianificazione settoriale della produzione di vino, insieme ai continui espianti delle vigne per fare spazio ad altre colture, non dà ai viticoltori la sicurezza di poter fare ciò per cui sono più vocati. Questo lascia spazio ai grandi produttori, che acquistano aziende a basso costo per sfruttarne la produzione, spesso senza neanche vinificare.

Infine, l’aumento esagerato dei prezzi ha ridotto il consumo, creando un surplus di vino nelle cantine e togliendo alle persone la gioia di bere un buon bicchiere di vino senza spendere una fortuna.